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L’osteointegrazione può fallire?

L’osteointegrazione può fallire davvero? Partiamo dal presupposto che l’osteointegrazione avviene praticamene sempre. Però col passare dei mesi o a volte degli anni potrebbe capitare che qualcosa non vada.

Se avviene un fallimento implantare precoce, dovuto alla mancata osteointegrazione, le cause principali potrebbero essere le seguenti:

  1. Materiali e tecniche sbagliate;
  2. Sigarette, antidepressivi e alcolici;
  3. Diabete;
  4. Obesità;
  5. Infezioni o igiene orale scarsa.

No, l’osteoporosi a differenza di quanto la maggior parte delle persone pensa, non centra niente con l’osteointegrazione!

La mancata osteointegrazione porterà al fallimento degli impianti dentali. Il tasso di fallimento degli impianti dentali è molto basso, si aggira intorno al 2%.

Cos’è l’osteointegrazione?

Il termine osteointegrazione fu coniato in passato, alla fine degli anni ’60, dal professor Branemark, colui che l’ha testata per primo. L’osteointegrazione è un processo naturale, dell’implantologia. Ovvero quella parte dell’odontoiatria che ha a che fare con l’inserimento degli impianti dentali.

Cosa sono gli impianti dentali?

Stiamo parlando di radici artificiali, costruite in titanio, che hanno il compito di fare da supporto per protesi fisse.

E per quanto riguarda l’osteointegrazione, di cosa parliamo?

Nello specifico, è quel processo in grado di fissare in modo definitivo l’impianto dentale all’interno dell’osso. Un processo più che fondamentale per la buona riuscita dell’impianto. In particolare per la permanenza degli impianti.

L’osteointegrazione può fallire? Ecco come…

Il materiale per la costruzione di un impianto dentale deve essere totalmente biocompatibile, il materiale che viene usato maggiormente è il titanio. Ovvero un metallo che è molto puro.
Il nostro fisico, proprio per questo motivo non riconosce il metallo come corpo estraneo e favorisce l’integrazione del metallo con l’osso.

Però nonostante sia un processo naturale che il nostro organismo svolge in completa tranquillità, non è comunque da considerare scontato! Si sente parlare (anche se raramente) di impianto dentale fallito, dovuto a un osteointegrazione non successa.

Potrebbe capitare per svariate situazioni, come la scarsa esperienza del dentista, la scarsa qualità del materiale oppure un luogo non sterile come dovrebbe.
Ma non solo, potrebbe essere causata da una scarsa preoccupazione da parte del paziente, quindi un eccessivo uso di fumo o mancanza di igiene.
E in fine, un altro fattore è la salute che non permette l’osteointegrazione come il diabete oppure obesità.

Cosa accade in questi particolari casi?

L’osso si infiammerà e di conseguenza l’impianto non riesce ad integrarsi. Solitamente, nel momento in cui un impianto fallisce, avviene il rigetto. Invece, parlare di rigetto in implantologia non è proprio corretto.

La spiegazione dei fattori di insuccesso

Se la colpa è del dentista…

In caso la colpa fosse del dentista, potrebbe dipendere da:

  • La qualità dei materiali che scarseggiano;
  • Il dentista non è esperto nel suo lavoro
  • un numero di impianti non sufficiente a garantire la durata nel tempo del trattamento;

Molto importante quindi per la tua salute, rivolgersi a un esperto.

Se la colpa è del paziente…

Fumo: Se sei un fumatore avrai più possibilità di sviluppare infezioni, che col passare del tempo porteranno all’instabilità dell’impianto.

Mancanza di igiene: un altro fattore da non sottovalutare è l’igiene della cavità orale. La cura della protesi, è fondamentale, esattamente come quella dei tuoi denti naturali. Se manca, insorgono problemi di batteri che a lungo andare causeranno perimplantiti o altri problemi che porteranno la perdita dell’osteointegrazione e dell’impianto.

Se è la salute che non lo permette…

Diabete: Accade quando la glicemia nel sangue ha un tasso elevato. Dando squilibri alle cellule e portando la distruzione dei tessuti che sostengono l’impianto.

Obesità: l’obesità è una patologia dell’organismo. E proprio per questo motivo ci sono delle ricerche che testimoniano la correlazione tra essa e la parodontite susseguita dalla perdita dell’impianto.

Cosa aspetti? Fissa una prima visita e scopri la soluzione più adatta alle tue esigenze!

Impianto a griglia: le fasi dell’intervento

Impianto a griglia: le fasi dell’intervento devono essere assolutamente rispettate in modo certosino. Purtroppo molti pazienti, si possono ritrovare nella condizione di dover inserire degli impianti dentali, che sia per la vecchiaia o qualsiasi altra causa.

Infatti, per chi ha il bisogno di inserire dei denti fissi artificiali, esistono diverse soluzioni. L’inserimento di un singolo dente in un paziente con una quantità sufficiente di osso e una qualità impeccabile, sarà ovviamente diverso del dover applicare impianti dentali senza osso in un’intera arcata.

Insomma, quello che vogliamo dire è che ogni paziente è a sé così come il suo caso clinico. Alcuni sono più complessi, altri invece più facili.

Molte persone dopo un’accurata visita dentistica, capiscono che hanno bisogno di un impianto dentale. Però purtroppo la mancanza di osso gli impedirà di procedere con il classico processo.

Proprio per questo motivo molti studi hanno sviluppato delle tecniche avanzate in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza, estetica e per la salute dentale! Stiamo parlando degli impianti a griglia, come avviene il loro processo di installazione?

Impianto a griglia: le fasi dell’intervento, la fase iniziale

Come per ogni tipo di impianto dentale, anche per quelli a griglia è di fondamentale importanza fare un Checkup completo della situazione attuale del paziente. Quindi una raccolta particolareggiata della situazione e lo stato osseo.

Bisognerà ricorrere quindi a una radiografia, così da poter vedere a computer le arcate dentarie da trattare in seguito.
E poi il secondo step sarà quello di prendere le impronte delle arcate.

In questa prima fase, il terzo step, sarà quello di realizzare una mascherina in resina coi dati ottenuti. Il paziente la indosserà e dovrà fare un esame tomografico. La tomografia, permetterà la ricostruzione e la riproduzione dell’osso del paziente in un formato tridimensionale.

Arrivati a questo punto, l’odontoiatrà potrà inviare il file medico DICOM a un team di lavoro BTK in questo modo verrà realizzato un modello concreto del pre-intervento.

Impianto a griglia: le fasi dell’intervento, il disegno virtuale

Una volta che il modellino è stato creato, verrà poi progettata la sua struttura definitiva e si dovrà inserire nella bocca del paziente e servirà per sostenere i denti che verranno applicati su di esso.

Attraverso un disegno tecnico curato da un elaboratore (cad) il team BTK andrà a disegnare una griglia. Prima di essere stampata servirà l’approvazione del dentista.
Lui ovviamente, dovendo svolgere l’intervento, valuterà le eventuali modifiche.

Essa racchiude il modello dei monconi dato dall’odontoiatra che effettuerà l’impianto in seguito e valuterà se ci saranno da svolgere eventuali modifiche.

Impianto a griglia: le fasi dell’intervento, concretizzazione

Dal momento in cui la griglia sarà disegnata e l’odontoiatra darà la sua approvazione, si passerà a una stampa fisica di essa. Un macchinario apposito, andrà a ricrearla.

Di cosa stiamo parlando? Il compito di questo macchinario è proprio quello di ricreare grazie ad un raggio laser ad alta intensità le polveri di titanio. Si creeranno degli strati con le polveri, in modo tale da poter costruire una struttura tridimensionale perfettamente funzionante.

Una grande e particolare caratteristica dell’impianto a griglia è che esso sarà in grado di garantire purezza e omogeneità.

L’igiene prima dell’inserimento

La fase precedente a quella dell’intervento è la lucidatura della griglia. Infatti, per evitare eventuali problemi e per poter concludere il lavoro in modo perfetto, si rifinirà l’impianto con un’elettrolucidatura.

Dipoi, si decontaminerà e si farà un processo di sterilizzazione. Solo in questo momento, si potrà mandare l’impianto allo studio per poi svolgere finalmente l’intervento.

Niente viene lasciato al caso, viene registrato ogni procedimento. In questo modo sarà tracciabile così facendo, il prodotto sarà all’altezza delle certificazioni di qualsiasi richiesta.

L’intervento…

Al paziente in questione verrà effettuata l’anestesia analgesica.

Di cosa si tratta?

Stiamo parlando di quel tipo di sedazione per la quale il paziente conserva la capacità di respirare autonomamente, rispondendo agli stimoli. Consente inoltre di ridurre o addirittura far scomparire l’ansia e l’agitazione e lo squilibrio emotivo.

Il secondo passo dell’operazione sarà lo scollamento della gengiva così da poter ancorare la griglia all’osso con due viti.

Una volta inserito l’impianto si procederà con dei punti di sutura. Al termine, gli viene consegnato una protesi provvisoria in resina che potrà essere applicato in poche ore. Essa dovrà essere portata per tre o quattro mesi, per far guarire al meglio l’area. L’ultimo passaggio sarà quello di inserire la protesi con i denti fissi definitivi.

L’intervento non è doloroso!

Di sicuro pensando alla recisione delle gengive hai subito pensato a dolore, ma non è per niente così. Anzi al contrario, non sentirai dolore né durante né dopo l’intervento. Questo perché grazie all’evoluzione della medicina, esistono delle tecniche farmacologiche in grado di non farti sentire dolore durante questi tipo di interventi.

Nel corso dell’intervento il medico anestesista si occuperà solamente del benessere del paziente. Tenendo sotto controllo la sedazione e la vita del paziente.

Con la sedazione analgesica controllata il paziente è sveglio ma non sentirà alcun dolore né fastidio.

Il paziente verrà dimesso al termine dell’intervento e dovrà assumere farmaci a base di paracetamolo. In questo modo anche nella post operazione non si percepirà alcun tipo di dolore.

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Grave atrofia mascellare

La perdita dei propri denti, seguita nel peggiore dei casi da grave atrofia mascellare non significa solo trauma fisico ma anche psicologico. Infatti, avere una buona dentatura non significa solo ottima salute orale, ma verrà accompagnata anche da benessere fisico e simbolo di giovinezza.

Quindi tornando a discutere a proposito di atrofia ossea mascellare, essa è una conseguenza a una perdita traumatica dei denti. Ma non solo, potrebbe essere un problema fisiologico, dei denti e di conseguenza dell’osso alveolare. Il suo compito sarebbe quello di tenerli nelle rispettive arcate.

Infatti dopo la perdita effettiva del dente, avviene il fenomeno del riassorbimento dei tessuti di sostegno con conseguente atrofia. Quando un paziente si ritrova invece in situazioni più gravi, come è per l’appunto l’edentulia, a seguire avverrà una grave atrofia mascellare.

Cosa comporta questa situazione?

  1. Paralisi dell’osso stesso;
  2. Gravi problemi con alimentazione;
  3. Gravi problemi per quanto riguarda la comunicazione;
  4. Un problema estetico.

Approfondiamo l’argomento.

Grave atrofia mascellare: cause

Prima di tutto, cosa causa questa condizione dentale? Sono svariate le fonti del problema:

  • In primo luogo, quella più comune, una carie non trattata;
  • Specialmente con l’avanzare dell’età, la perdita del dente;
  • Parodontite;
  • Molte persone, con il passare degli anni favoriscono i cibi facili da masticare, quindi morbidi. Perciò una dieta non completa potrebbe essere un’altra causa.
  • Progredendo in base alla gravità del problema, potrebbe essere il cancro orale la causa di una grave atrofia mascellare. Di solito si diagnostica a persone intorno ai sessant’anni.
  • In fine troviamo le malattie croniche. Che che comportano l’assunzione perenne di farmaci e in seguito la secchezza delle fauci.

Ci sono alcune parti della bocca, dove l’osso ha uno spessore ridotto rispetto agli altri, ad esempio in corrispondenza dei molari inferiori o superiori.

Pazienti edentuli spesso hanno bisogno di una quantità sufficiente di osso per inserire un impianto dentale classico. Altrimenti la soluzione sarebbe ricorrere a impianti a griglia che non forano l’osso ma si poggiano sopra esso.

Grave atrofia mascellare: Soluzione

Ci sono due particolari situazioni che si possono creare, ovvero, l’atrofia mascellare in uno stato iniziale e lo stato avanzato.

Se non è ancora arrivata a gravi livelli, si può pensare di intervenire con innesti ossei. Dando così la possibilità di inserire gli impianti dentali.
Può succedere che venga prelevato dal paziente stesso la parte di osso necessaria. Di solito si usa l’osso del cranio o dell’anca. Se non è possibile o il paziente non è d’accordo a fare un’operazione tipo, si può ricorrere a un donatore. Questa soluzione inoltre, offre un risparmio di tempo per quanto riguarda l’operazione e denaro.

In caso l’atrofia mascellare sia già a livelli gravi, non si potranno inserire impianti di questo genere.

Quale sarà la soluzione?

Si farà al paziente, prima di tutto una radiografia. Dando quindi la possibilità di operare con la massima precisione, in seguito verrà quindi inserito un impianto iuxtaosseo. Un’operazione che a differenza delle altre risulterà molto più svelta, non dovendo forare nessun osso, ma applicando una griglia al di sopra di esso.

Si può curare anche in età avanzata?

Molti pensano che la perdita dei denti nell’anziano spesso sia inevitabile. Al contrario, oltre a poter curare la situazione, appunto con impianti iuxtaossei, si può anche prevenire!

Conservando la propria dentatura naturale infatti, si avrà la possibilità di evitare gravi atrofie in futuro. Questo obiettivo è raggiungibile, mantenendo delle buone abitudini di salute generale e dentale.

Per esempio, con un programma di prevenzione personalizzato. Permettendo quindi di evitare carie o altri problemi futuri.

Come evitare le atrofie mascellari

In realtà esistono delle soluzioni per evitare che le atrofie mascellari si presentino.

  • Importante è lavare i denti almeno due volte al giorno, dopo i pasti;
  • Usare il filo interdentale dopo aver passato lo spazzolino e in seguito sciacquare con un collutorio contenente fluoro.
  • Non fumare o almeno diminuire;
  • Usare il paradenti durante lo sport;
  • Indossare un bite in caso di digrignamento notturno;
  • Assumere molta vitamina D per evitare l’osteoporosi e fortificare le ossa;
  • Mantenere sotto controllo il diabete, esso causa molti problemi parodontali;
  • Se possibile evitare di assumere determinati farmaci;
  • Avere una dieta equilibrata;
  • Evitare caramelle, salatini e patatine. In caso non puoi proprio farne a meno, lava i denti subito dopo.
  • Visita il dentista ogni 6 mesi, per l’igiene professionale e l’esame orale.

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Manutenzione e pulizia di un impianto a griglia

Un impianto a griglia deve essere curato come se fossero i tuoi denti naturali. È fondamentale mantenere un’approfondita igiene orale, sia casalinga che nello studio dentistico.

Questo servirà per prevenire sviluppo di carie e malattie sugli impianti e ovviamente anche per mantenere sana la tua cavità orale. Mantenendo infatti una corretta igiene orale, potresti far durare la tua nuova dentatura per il resto della vita.

Se non sai da cosa partire, leggendo questo articolo potrai prendere alcuni spunti. Ma sicuramente il tuo dentista post operazione potrà aiutare a scegliere i prodotti specifici in base alla tua condizione.

Se non pulisci correttamente il tuo impianto a griglia, potrebbero svilupparsi diverse malattie, come la perimplantite, la mucosite o la gengivite. Proprio per questo motivo è fondamentale pulire non solo la superficie del dente ma in particolare lo spazio

tra l’impianto e il dente adiacente.

Prestare particolare attenzione alle aree in cui si incontrano le gengive e l’impianto.

In caso di dolore o sospetta infiammazione, occorre consultare un dentista.

Dopo la guarigione dell’impianto

Una volta giunta al termine la vostra operazione di impianto a griglia, dovrai prendertene cura proprio come faresti con i tuoi denti naturali. Spazzolali regolarmente.
Potresti far durare per vari decenni i tuoi denti, solo con visite regolari e una corretta igiene orale.

Una mancata igiene, provocherà infiammazioni come abbiamo già spiegato, in seguito possono procurare il sanguinamento delle gengive.

L’infiammazione se presa all’inizio potrebbe essere benissimo fermata e quindi curata. Ma infiammazioni più profonde porteranno alla perimplantite, con ascessi e dolore fino all’estrazione dell’impianto stesso.

Una volta terminata l’operazione visiterai il tuo dentista due volte all’anno. Che oltre alla pulizia potrà anche prevenire o intercettare infiammazioni allo stato iniziale e curarle subito. In caso di pazienti con parodontite, invece le visite dentistiche di controllo saliranno a tre o quattro all’anno, in base alla gravità della precedente situazione.

Vediamo nello specifico la pulizia dentale casalinga e dal dentista.

Manutenzione e pulizia di un impianto a griglia: buona igiene orale casalinga

Mantenere l’igiene dentale in modo corretto è la soluzione per un impianto a griglia duraturo. Altrimenti potresti sviluppare placca, che darà luogo al tartaro e sviluppare altre malattie o infezioni. Oltre ad essere doloroso, andrai a rovinare il lavoro svolto dal tuo medico dentista, implementando dei costi ulteriori. L’accumulo di tartaro tenderà a far cambiare il colore della tua dentatura nuova.

Quali sono le principali regole di pulizia casalinga per evitare disagi sul tuo impianto?

  • La pulizia dei denti dopo ogni singolo pasto;
  • Spazzola i denti per almeno 2 minuti;
  • Non usare dentifrici abrasivi (chiedi consigli al tuo dentista);
  • Puliscili verticalmente, dalla gengiva al dente;

Quale spazzolino è perfetto?

Va bene uno spazzolino manuale per la cura di impianti a griglia, dovrebbe avere queste caratteristiche:

  • Testina di piccole dimensioni;
  • Setole artificiali, non troppo abrasive;
  • Dovrà essere sempre nuovo o in buone condizioni.

Altrimenti la soluzione più corretta sarà lo spazzolino elettrico. Esso è in grado di tenere la placca lontana. Non bisognerà esercitare troppa pressione sull’impianto a griglia. Altrimenti rischierai di rovinare la superficie in ceramica della protesi.

Pulire bene tra dente e dente e protesi e gengiva. Usando:

  • Filo interdentale, ne esistono diversi, il tuo dentista saprà quale consigliarti;
  • Uno spazzolino sulculare;
  • Spazzolino monociuffo;
  • Lo scovolino.

Spesso anche con tutte queste operazioni, potrebbe essere che non risultino del tutto perfetti i tuoi nuovi denti, occorre quindi usare l’idropulsore. Al termine della pulizia dentale, utilizza un collutorio, per una pulizia senza pecche.

Manutenzione e pulizia di un impianto a griglia: buona igiene in studio

Dal momento in cui tu avrai terminato le cure e quindi terminato il lavoro di implantologia sarai inserito in un programma di richiami. Verranno svolti periodicamente.

Questa parte del post intervento, è sicuramente una delle più importanti! Questo perché l’igiene casalinga, è sicuramente molto utile ma non sarà mai perfetta come quella fatta in studio.

Di solito una persona comune dovrebbe visitare il dentista almeno una volta ogni sei mesi. Dal momento in cui tu indosserai degli impianti questa prassi diventerà ancora più fondamentale. Dandoti la possibilità di controllare la stabilità dell’impianto a griglia. Oltre a monitorare gli impianti facendo lastre di controllo e se servirà, anche per perfezionare la tecnica di igiene domiciliare.

Sintomi da non sottovalutare

Qualsiasi intervento di implantologia richiede un percorso che dura mesi. Dove durante la visita di controllo, il dentista andrà a vedere l’esito corretto dell’operazione. Osservando anche lo stato di salute di gengive, ossa e della cavità orale in generale.

Ogni paziente sottoposto a un’operazione di implantologia con soluzione a griglia, dovrà periodicamente farsi un auto-esame di esso. Controllandosi quindi lo stato della protesi e la presenza di eventuali infiammazioni, gonfiori o sanguinamenti della gengiva.

Nel caso in cui fossero presenti determinati sintomi, in particolare se sono accompagnati da dolore e da febbre, dovrà consultare assolutamente il dentista.

Le infezioni possono portare il paziente ad avere mucositi, gengiviti o perimplantiti, che in seguito porteranno ad ulteriori gravi conseguenze. Onde evitare queste sgradevoli situazioni, servirà attenersi con scrupolo alle indicazioni del proprio dentista.

Ricorda: I sintomi insoliti non andranno mai sottovalutati e mantenere sempre una corretta igiene orale!

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Edentulia parziale e totale

Quando si parla di edentulia, conosciuta anche come edentulismo, ci si riferisce in termini grossolani alla mancanza di denti. Parlandone in modo specifico, questa malattia si può suddividere in due categorie. L’edentulia parziale e totale. Si differenzia, in base a quanti denti mancano in un soggetto.

 Questo tipo di patologia, è solitamente più diffusa in persone anziane, che superano i 65 anni. Però non è assolutamente da escludere che potrebbe avvenire anche in soggetti in età più precoci.
Scopriamo in seguito tutto ciò che c’è da sapere a proposito di questa patologia.

Edentulia parziale e totale: significato della parola

L’edentulia, è quella condizione clinica in cui la persona si ritrova senza parte di denti o totalmente senza denti.

Le cause potrebbero essere:

  • Per colpa di traumi o incidenti;
  • Per una struttura ossea debole;
  • Oppure potrebbero essere motivi fisici e fisiologici, es. malattia parodontale.

Inoltre, possiamo dire che l’edentulia genetica è diffusa nella maggior parte della popolazione! Invece il restante delle persone possono sviluppare questo tipo di disturbo a causa dell’assunzione di sostanze che comportano la progressiva perdita dei denti.

L’edentulia è una malattia da non sottovalutare, non solo per un fattore estetico. Crea molti problemi di salute, basta solamente pensare al fatto che non si potrà masticare correttamente.

Provocando in questo modo una deformazione della mandibola e problemi anche di intestino. Inoltre, causerà problemi anche per quanto riguarda la pronuncia delle parole e cambiando quindi il modo di esprimersi. Infine, causa anche problemi legati al sonno e al riposo quotidiano.

Edentulia parziale

Solitamente prima di avere un edentulia totale, si inizia con quella parziale. Ciò che causa la caduta dei primi denti negli adulti sono le malattie gengivali come gengivite e parodontite, oppure l’accumulo della placca.

La placca è una delle cause scatenanti più influenti della vita del dente e di tutto ciò che lo circonda!

Da cosa è formata?

  • 75% di microrganismi;
  • 20% da sostanze organiche degli alimenti (carboidrati e grassi generici ne sono la principale composizione)
  • 5% cellule e acqua.

Una delle cause principali che scatena questa patologia è proprio la trascuratezza dell’igiene orale e le cattive abitudini.

Invece per quanto riguarda la perdita dei denti causata da malattie gengivali, la ricerca l’ha associata a diversi fattori:

  • Età;
  • Sesso, solitamente l’edentulia è più comune nei maschi;
  • Cattive abitudini come fumo e alcol;
  • Il diabete mellito;
  • L’ipertensione
  • L’artrite reumatoide.

E ancora

  • Una serie di carie destruenti;
  • Terapie odontoiatriche non corrette.

Edentulia totale

Per quanto riguarda l’edentulia totale, significa la perdita di tutti i denti. Questa situazione andrà oltre alla “semplice” incapacità di masticare e sminuzzare il cibo in modo corretto.

Infatti, si svilupperanno anche altre conseguenze gravi, non solo su una funzione fisiologica ma anche psicologica e sociale. Questo perché influenza la vita quotidiana di un individuo. Attaccandosi all’immagine personale e all’autostima del singolo individuo.

Come abbiamo già accennato nel precedente punto, l’edentulia in generale viene associata a persone anziane. Però se non viene svolta una corretta igiene orale, questa patologia si potrebbe sviluppare sia in adolescenti se non addirittura nei bambini.

Eh si, hai capito bene, anche i bambini potrebbero correre questo rischio. Si sviluppa questa problematica, il più delle volte a causa di lesioni o trascuratezza. Come ad esempio, lo sviluppo della carie è sicuramente una delle cause principali della perdita dei denti nei bambini e negli adolescenti.

Edentulia parziale e totale: conseguenze

Le conseguenze della perdita totale o parziale dei denti sono molto gravi come avrai potuto capire. Non solo per un profilo estetico o fisiologico, ma anche riguardante il fattore psicologico.
Infatti, se manca un’intera arcata ad un paziente potrebbe causare molto disagio. La mancanza dei denti cambierà anche la fisionomia del proprio volto. Verificandosi di conseguenza un mento più accentuato, labbra flosce e le guance andranno ad infossarsi.

Da un punto di vista clinico, modifica in maniera sostanziale equilibrio del nostro corpo, dove la mandibola ha molta importanza. Causando anche il mal di testa.

E quali sono i principali (e ulteriori) problemi che causa la perdita di denti?

  • La principale masticazione del cibo;
  • In seguito causerà problemi di digestione, perché il cibo viene masticato in malo modo;
  • Alterazione della mascella;
  • In seguito, alterazioni della muscolatura della mandibola;
  • Alterazioni della postura mandibolare;
  • Difficoltà nel comunicare.

Rimedi

Ma l’edentulia alla fine può essere curata o prevenuta? La risposta è sì!

Previenila con:

  • Per prima cosa, correggi le tue abitudini di igiene orale;
  • Evita di mangiare cibi e bevande contenenti zuccheri;
  • Non fumare;
  • Visita il tuo dentista almeno una volta ogni sei mesi, per una cura e pulizia dei denti approfondita.

Per tutte quelle persone che soffrono di perdita di denti, o che vogliono evitarla, adeguarsi a questi semplici abitudini possono migliorare le condizioni del cavo orale.
I pazienti e i dentisti, in tutti i casi di edentulia, che si tratti di parziale o totale, devono trovare una soluzione in modo repentino, tramite esami e diagnosi delle malattie orali.

Nel caso, invece, di edentulia totale, significa che il danno è già fatto, ma ci sono dei rimedi anche per questo, non preoccuparti!

Ricorrendo quindi a degli impianti dentali fissi, per ritornare ad avere una dentatura perfetta.

Ne esistono di diversi tipi, in caso di edentulia ma con una forte qualità ossea (e quantità) si può ricorrere a un normale impianto dentale.

Se invece anche l’osso scarseggia, potresti ricorrere a degli impianti zigomatici o iuxtaossei.

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Cosa mangiare dopo un impianto

Alcune delle domande più comuni che giustamente vengono fatta ai dentisti è…
Cosa si può mangiare dopo un impianto dentale?
Se scelgo di sostituire i denti mancanti con gli impianti poi posso tornare a mangiare normalmente?
Se si, dopo quanto tempo?

Che si tratti di un impianto dentale classico, iuxtaosseo o zigomatico è sempre bene mantenere una determinata alimentazione prima di ricominciare con la vostra classica dieta giornaliera.

Una cosa molto importante a cui tenere conto è il tipo di intervento che viene fatto. Questo perché alcuni sono meno invasivi di altri o con una guarigione più veloce.

Importante: le informazioni raccolte che leggerai in seguito saranno una dieta indicativa. In base alla persona e al caso clinico poi verrà dato dal proprio dentista una dieta più specifica.

La dieta che ti verrà assegnata dovrà essere seguita per filo e per segno, onde evitare eventuali infezioni o complicazioni. Che oltre ad apportare somme di denaro aggiuntive per la correzione, ne andrà anche della tua salute dentale!

Continua a leggere per saperne di più!

Cosa mangiare dopo un impianto: le prime 48-72 ore

Dal momento in cui l’impianto viene posizionato, i tuoi denti e la tua cavità orale si ritroveranno in una situazione molto delicata.

Ecco per quale motivo è fondamentale attenersi a una dieta a base di cibi morbidi per le prime 24 ore dopo l’intervento. Poi in base alla persona e a quanto tempo ci metterà a riprendersi le ore possono variare dalle 24, 48, 72… dipende tutto dal paziente.

I cibi migliori da poter assumere in questo lasso di tempo saranno:

  • Frullati: essi sono sazianti, facili da fare (o addirittura ne esistono in commercio già pronti) e soprattutto molto nutrienti. I frullati inoltre, non dovranno richiedere nessuna masticazione per essere ingeriti. Rendendolo un ottimo pasto post intervento chirurgico.
  • Zuppe: la zuppa è molto buona e salutare, ma è molto importante che venga assunta fredda.
    È essenziale evitare i cibi caldi dopo un impianto dentale classico, zigomatico e iuxtaosseo.
  • Composto di mele: La mela è un cibo duro, anch’esso andrà evitato, oltre al fatto che non sarai in grado di masticarla probabilmente. Ma potresti mangiare un buonissimo composto di mele. Potendoti fornire molte delle stesse sostanze nutritive senza danneggiare il tuo impianto.

Ricorda però che mentre assumi i liquidi, è importante non utilizzare la cannuccia. Questo perché la forza d’aspirazione che potrebbe essere esercitata sull’impianto interferisce con l’impianto.

Inoltre è fondamentale evitare di assumere fumo o alcol per almeno i primi giorni.

Cosa mangiare dopo un impianto: i 3-7 giorni successivi

Una volta passati primi giorni, si sarà in grado di passare a cibi un pochino più consistenti rispetto ai precedenti.
Quindi potresti assumere alimenti che richiedono una piccola quantità di masticazione.
Ad esempio ci riferiamo ad alimenti come:

  • Il pesce;
  • Alcuni tagli di carne teneri a cottura lenta;
  • I fagioli al forno;
  • Le verdure, però solo se sono ben cotte;
  • In caso hai un debole per i dolci e non riesci proprio a farne a meno potresti concederti sono il brownie al cioccolato o torta morbida. Ovviamente se possibile, cerca di evitare.

Cosa mangiare dopo un impianto: le settimane successive

Col passare del tempo le tue gengive e il tuo impianto piano piano guariranno.

In questo modo potrai lentamente aggiungere altri tipi di cibi solidi alla tua dieta. Molto importante che integri anche delle proteine. Le proteine ​​sono essenziali durante qualsiasi processo di guarigione. Non solo sono molto utili per aiutare la riparazione dei tessuti lesionati durante l’intervento ma aiutano anche a combattere le infezioni.

Quali sono gli alimenti consigliati?

  • Uova: una delle migliori fonte proteiche.
    Inoltre, sono anche molto facili da masticare data la loro consistenza. Potresti pensare di cucinare delle omelette, insieme a verdure, così da assumere un pasto molto bilanciato.
  • Patate: una cosa molto complessa della dieta a base di cibi morbidi, è la mancanza di varietà. Però per quanto riguarda le patate, sono un alimento che può essere preparato in molti modi diversi e mantenendo sempre una consistenza morbida.
  • Pollo, pesce e carne macinata: la carne va inserita molto lentamente nella tua dieta. Si inizia con tipi più morbidi, ad esempio il pollo. Il pesce anch’esso fonte proteica, ricco di omega 3 e inoltre molto morbido.
  • I latticini (latte, yogurt e foraggio): ricchi di proteine ​​e calcio. Aiutano il processo di guarigione e mantengono le ossa e i denti forti.

Cibi da evitare assolutamente

Inoltre, per evitare di danneggiare l’impianto è importante che tu eviti dei cibi, specialmente nelle prime settimane post intervento.
Per ripristinare al meglio il tuo sorriso e svolgere un ottimo trattamento è consigliato evitare i cibi elencati in seguito:

  • Non assumere alimenti duri, ad esempio bistecche di carne rossa o le verdure crude.
  • Cibi croccanti, come potrebbero esserlo pop-corn, patatine etc.
  • Vietati anche gli alimenti appiccicosi e gommosi, ad esempio caramelle e altri tipi di dolciumi;
  • Non assumere cibi piccanti, come peperoncini, salse e tabasco;
  • Non mangiare cibi acidi, come agrumi in generale e pomodori;
  • Cibi e liquidi molto caldi, ad esempio le zuppe riscaldate e il caffè.

In caso di non appetito post intervento

Potrebbe essere totalmente normale il fatto che dopo un intervento di questo tipo tu non abbia appetito.

Inoltre, potresti essere nervoso durante i pasti, perché sei preoccupato che possa essere fastidioso o doloroso o addirittura dannoso per la bocca. Però ricorda che è molto importante che tu dia al tuo corpo vitamine, proteine e ciò che è necessario per riprenderti. Il dentista esperto si assicurerà che la tua bocca sia in grado di tollerare il cibo.

Quindi non preoccuparti e segui la dieta consigliata!

Inoltre, ti verranno prescritti dei farmaci e degli antibiotici per alleviare il dolore e ripristinare al meglio la zona trattata.

Già dal primo giorno potresti scoprire che i frappè, frullati e quant’altro potrebbero essere anche lenitivi per la tua cavità orale. A poco a poco, l’appetito dovrebbe tornare e sarai in grado di mangiare una più ampia varietà di cibi.

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Differenze tra chirurgia osteointegrata e iuxtaossea

Quali sono le principali differenze a proposito della chirurgia iuxtaossea e la chirurgia osteointegrata?

In sintesi possiamo dire che:

La chirurgia osteointegrata prevede l’inserimento dell’impianto all’interno dell’osso. Le tecniche usate sono mininvasive. A differenza invece, la chirurgia iuxtaossea si svolge posizionando una griglia tra l’osso e il periostio.

Ma per capire al meglio quali sono le principali differenze e pregi delle due tipologie di chirurgie, abbiamo preparato un articolo in merito. Da poter riassumere le caratteristiche di entrambi e poterne capire le differenze.

Il principale scopo delle due chirurgie è quello di ripristinare in modo permanente e preciso la dentatura di ciascun paziente. Così da poter ritornare a sorridere, masticare e parlare senza problemi di imbarazzo, estetica o il più importante, di salute.

Entrambi possono funzionare sia su persone edentule che su persone con una mancanza parziale dell’arcata dentale. Importante è specificare che questo elenco è puramente generico! Non ti darà delle risposte ma ti toglierà solo dei dubbi in merito, per maggiori informazioni dovresti contattare il tuo dentista o medico di fiducia. Così lui potrà darti consigli su quale delle due chirurgie potrebbe fare al caso tuo e operare senza problemi o dubbi.

Differenze tra chirurgia osteointegrata e iuxtaossea: iuxtaossea in sintesi

La chirurgia iuxtaossea è un tipo chirurgia che lavora con degli impianti a griglia. A volte sono anche chiamati impianti sottoperiostei.

Cosa sono? Si possono definire un tipo di impianto molto particolare, che è in grado di risolvere qualsiasi situazione di edentulia. Infatti, danno la possibilità a chiunque di riacquisire il proprio sorriso in pochissimo tempo, anche se un paziente è in una grave condizione di riassorbimento osseo.

Inoltre, questo impianto si definisce particolare anche perché ha una conformazione tale per cui si agganciano grazie a delle piccole viti in titanio sulla parte esterna dell’osso, un po’ come fossero un’imbracatura.

La griglia dentale in titanio è davvero una soluzione caratteristica! Questo tipo di aggeggio infatti andrà ad appoggiare sulla parte esterna dell’osso chiamata corticale ossea.
È l’unica parte delle nostre ossa della bocca che non si riassorbe mai. Perciò è adatto davvero per chiunque!

Chirurgia iuxtaossea i vantaggi

  • Non perde la sua integrità perché circonda l’osso e non lo penetra.
  • Il fatto che viene fissato all’osso esterno corticale è un enorme vantaggio perché è più resistente dell’interno (ovvero l’osso midollare).
  • È un impianto realizzato con una fusione in titanio da un macchinario apposito, rilevando il tuo osso da una TAC e adattandolo ad esso.
  • Ha una tenuta molto resistente perché è applicato a cavallo della cresta ossea.
  • Le due barre inserite dell’impianto, si comportano allo stesso modo delle radici divaricate dei denti molari.
  • Il fatto che sia personalizzato e collaudato su un modello prima della reale operazione, rende più semplice e veloce l’intervento.
  • Dolore dopo l’operazione minimo.
  • Si potrà utilizzare subito dopo l’applicazione.

C’è solamente un difetto a proposito di questo fantastico impianto. In caso il paziente sottoposto ad implantologia iuxtaossea era incline a patologie del parodonto, potrebbe svilupparsi una perimplantite. Ed essa potrebbe diffondersi così velocemente da rovinare tutto il lavoro.

Chirurgia osteointegrata cos’è

Prima di tutto è corretto precisare che l’osteointegrazione è è un aspetto molto importante dell’implantologia.

Quindi prima di tutto, cos’è l’osteointegrazione?

Possiamo definire questo, un processo di guarigione dell’osso attorno all’impianto. Esso avviene in modo naturale. Infatti l’impianto dentale verrà integrato nell’osso della mascella o nell’osso della mandibola grazie a una produzione di un nuovo tessuto osseo. In pratica l’impianto diventa, in questo modo, tutt’uno con l’osso circostante.

Prima di qualsiasi cosa il dentista però dovrà creare, nell’osso, lo spazio necessario per ospitare la nuova radice artificiale. Per fare questa procedura particolare, l’esperto usa delle frese apposite dello stesso diametro dell’impianto per asportare la minor quantità di osso possibile.

Dal momento in cui si sarà creato lo spazio, il dentista esperto andrà quindi ad inserire l’impianto. Da questo momento potrà finalmente incominciare il processo di osteointegrazione.

Al termine dell’osteointegrazione, la superficie implantare sarà ricoperta dall’osso. In questo modo l’impianto sarà pronto per svolgere il suo compito di supportare una nuova corona dentale e quindi si potrà procedere l’inserimento di un nuovo dente.

Quindi una delle differenze tra l’impianto iuxtaosseo e quello osteointegrato è il fatto che il primo tipo di chirurgia verrà usato fin da subito, dopo il primo intervento. A differenza, il secondo tipo di chirurgia si dovrà dividere in più fasi.

Chirurgia osteointegrata i vantaggi

  • In molti casi (solitamente quando c’è una buona qualità di osso) non è necessario alcun intervento chirurgico poiché l’implantologia transmucosa permette il posizionamento degli impianti senza l’utilizzo del bisturi;
  • Per la chirurgia osteointegrata esistono molte ditte che realizzano gli impianti dentali investendo molto nella ricerca e sperimentazione;
  • La concorrenza nel mercato, spinge a creare sempre soluzioni nuove per gli impianti dentali, ed è molto a favore per il paziente;
  • Grazie alla documentazione e alle nuove tecnologie è possibile prevedere il risultato finale.
    In questo modo il dentista potrà garantirlo per anni e dare un forte e positivo impatto estetico al paziente.

Ma come spiegato nel punto precedente anche per la chirurgia osteointegrata c’è un elemento a sfavore, ovvero che non potrai utilizzare la tua dentatura definitiva fin da subito, avrai dei provvisori nel frattempo ma ci vorrà del tempo prima di poter finalmente riavere i tuoi denti.

 

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Perdita ossea dentale

La perdita ossea dentale avviene intorno ai denti e alle mascelle. È una situazione molto comune, non come magari spesso si pensa. Clinicamente è conosciuta come malattia paradontale o malattia gengivale.

Inoltre questo tipo di malattia è causata principalmente dai batteri che si formano dalla placca dove col passare del tempo provoca questa perdita ossea che sostiene la nostra dentatura.

La perdita ossea delle gengive potrebbe colpire persone di tutte le età, non viene solo agli anziani, anche se è ovviamente più comune in persone di età avanzata. Potrebbe accadere persino a persone con denti perfettamente intatti e sani.

Perdita ossea dentale: di che cosa si tratta

La perdita dell’osso dei nostri denti, si sviluppa sempre per colpa di malattie o infezioni. In seguito causando allentamento o movimento della nostra dentatura.

Inoltre, la perdita ossea dentale potrebbe anche andare a interessare l’osso mascellare sottostante. Questo accade spesso se il dente viene rimosso per qualche ragione o perso. Portando in seguito alla perdita di osso mascellare e delle gengive.

Come sapere se ne soffri realmente?

Non è complicato, ti basterà sentire se i tuoi denti hanno iniziato a muoversi. Un altro sintomo molto comune è durante l’igiene orale quotidiana. Infatti quando lavi i denti potresti sentire le gengive gonfie e sanguinanti, ciò significa che si sono ristrette.

Quindi è probabile che tu soffra di malattie gengivali e perdita di tessuto osseo. 

Altri segni da non sottovalutare sono:

  • L’alitosi;
  • Spazi vuoti che si aprono tra i denti e gengive;
  • Recessione gengivale.

Se hai questi sintomi, è molto importante recarti dal tuo dentista per una consulenza approfondita in merito. Così da poter trovare subito una soluzione. Altrimenti potresti ritrovarti a perdere i tuoi denti.

Quali sono le principali cause

Come avrai potuto capire dai precedenti punti, la causa principale della perdita ossea è l’edentulia che sia parziale oppure totale. Si parte dai batteri della placca, perdita del dente e quindi edentulia parziale o totale.

Ma come si arriva alla perdita ossea?

Dal momento in cui si perde il dente, si perderà anche la radice dello stesso. Questa mancanza determina la perdita di osso e gengiva. Però la perdita ossea, potrebbe avvenire anche per altri motivi. Ad esempio con la parodontite. Questa malattia causa la distruzione del parodonto ovvero la parte che sostiene il dente.

Come si arriva ad avere la parodontite?

Causata dalla placca dei denti che facilita la proliferazione dei batteri. Questi batteri aprono lo spazio tra i denti e gengiva creando delle tasche. In questo spazio troveranno modo di proliferare.
La loro azione con il tempo distrugge l’osso e la gengiva, portando alla caduta dei denti.

Come salvare i denti dalla perdita ossea

Dopo aver capito di cosa si tratta e da cosa potrebbe essere causata, ti offriamo una buona notizia. Ovvero, che esistono svariati modi per poter salvare i tuoi denti prima che arrivi ad avere una perdita ossea.

Per esempio, una terapia parodontale fatta in modo corretto in combinazione con una buona igiene orale domestica.

Per buona igiene orale si intende:

  • Spazzolare i denti con spazzolino a setole morbide almeno tre volte al giorno dopo i pasti;
  • Passare il filo interdentale in modo corretto;
  • Collutorio

Questo modo potrebbe un modo perfetto per poter allontanare totalmente la malattia e in alcuni casi poter ripristinare anche parte dell’osso perso.

Come può essere che l’osso ricresca?

Succede che l’osso che circonda il dente ricresce attraverso un innesto rigenerativo per ottimizzare il supporto osseo e mantenere i denti in posizione.  L’osso inoltre potrebbe anche essere rigenerato dopo aver perso i denti per posizionare impianti dentali apposta per sostituire e ripristinare i denti mancanti o persi.

Come prevenirla?

Prevenire sicuramente è meglio che curare, come si suol dire.

Come poter fare? Prima di tutto una buona igiene orale, non solo da praticare una volta che il danno è fatto. L’igiene orale è fondamentale per prevenire molte malattie dentali.

  • Quindi è molto importante l’utilizzo di un buon spazzolino da denti elettrico e un uso corretto.
  • La pulizia interdentale col filo.
  • Mantenere uno stile di vita sano, con un’ottima dieta.
    Evitando o limitando almeno cibi che potrebbero ad esempio macchiare e/o cariare i denti.
  • Smettere o evitare di fumare e assumere alcol in grandi quantità sono tutti buoni abitudini che manterranno sani denti e gengive.

Inoltre, molte persone non sanno come lavarsi i denti in modo corretto. Di conseguenza è fondamentale che il tuo igienista dentale ti mostri come poterli lavare e mantenere puliti in maniera corretta.

 

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Tutto quello che devi sapere sugli impianti iuxtaossei

Andiamo a scoprire tutto quello che devi sapere sugli impianti iuxtaossei. L’implantologia iuxtaossea, meglio detta e conosciuta come impianto a griglia, è una tecnica implantare del settore dentistico non molto utilizzata. Si mette in pratica questa tecnica quando c’è un forte riassorbimento osseo da parte del paziente.

Inoltre vengono usati materiali in titanio per questo tipo di tecnica. Come viene inserita? Si inserirà tra l’osso mascellare ed il suo rivestimento, il periostio.

Infatti, proprio per questo motivo, la tecnica viene chiamata implantologia sottoperiostale. Ora, leggendo in seguito possiamo trovare tutte le informazioni che servono e che bisogna assolutamente sapere a proposito dell’implantologia iuxaossea. In particolare se stai prendendo in considerazione l’idea di utilizzare questa tecnica di implantologia.

Come si crea l’impianto iuxtaosseo

Come abbiamo detto limpianto iuxtaosseo si realizza solo nei casi in cui è presente un forte riassorbimento osseo. Si potrebbe usare in ogni caso ma è leggermente più cara a differenza del tradizionale impianto dentale e si tende a utilizzarla solo quando è necessaria.

Come si realizza un impianto iuxtaosseo?

Per la creazione di esso, prima di qualsiasi cosa sarà necessario che il paziente faccia una TAC, per avere una panoramica generale della situazione dentale e ossea. In base al risultato ottenuto dalla TAC, ci sarà in seguito uno speciale macchinario che creerà un impianto a griglia.

Ovviamente come è intuibile, ci sarà una griglia personalizzata per ogni persona che ne necessita. Una volta finita la realizzazione da parte del macchinario, il chirurgo potrà finalmente inserire l’impianto ottenuto al paziente. Al termine, quando la griglia sarà quindi posizionata, il dentista dovrà realizzare dei denti artificiali, provvisori.
Questo per far sì che il paziente torni a masticare e sorridere fin da subito!

Tutto quello che devi sapere sugli impianti iuxtaossei: come si esegue l’intervento

Okay, ora passiamo all’esecuzione dell’intervento. Per questo intervento servirà prima di tutto l’anestesia locale, con sedazione cosciente oppure in anestesia generale. Il paziente in base alle sue preferenze deciderà il tipo di anestesia.

Inoltre, l’inserimento dell’impianto a griglia si svolge in modo repentino, quasi istantaneo. Questo grazie ai vantaggi che ci offre con la tecnologia CAD-CAM, che crea impianti precisi.

Oltre a ciò, un altro aspetto positivo è anche il fatto che non necessita di alcun periodo di osteointegrazione a differenza degli impianti classici.

Perciò rende immediata la realizzazione dei denti definitivi, donando fin da subito il sorriso che ti meriti.

Tutto quello che devi sapere sugli impianti iuxtaossei: il candidato perfetto

Non esiste un candidato che può essere definito perfetto in realtà. Questo perché come già sappiamo, questo tipo di impianto può essere usato da qualsiasi paziente lo richieda.

Però diciamo che in termini teorici si può dire che, ”il candidato ideale” per questo tipo di implantologia è un paziente con una quantità ridotta di osso e una scarsa qualità.

Stiamo parlando di creste mascellari atrofiche le quali non ti permetteranno l’uso di impianti dentali osteointegrati. Oltre a ciò, il paziente potrebbe avere altri svariati motivi per dover usare l’implantologia iuxtaossea. Ad esempio una questione personale come il non volere innesti ossei, protesi e altro oppure non può sottoporsi all’intervento per incremento dell’osso.

Ultimi dubbi

Implantologia iuxtaossea, quando serve?

In casi in cui il paziente ha un problema di riassorbimento osseo ma in fase avanzata, ricorrere a una ricostruzione ossea potrebbe solo causare danni.

La griglia è la scelta migliore, questo perché consente di eliminare i rischi di insuccesso e risolvere velocemente il caso.
Possiamo quindi definire la migliore soluzione la griglia iuxtaossea per pazienti con carenza ossea grazie alla sicurezza della tecnica e alla precisione dell’impianto.

Quando sarà il costo?

In fine parliamo del costo di questo impianto…

Ci si baserà sulla complessità del caso da trattare si definirà  il prezzo. In ogni caso, per sapere pressa poco a quanto si aggira il prezzo, è molto consigliato, che i pazienti facciano una radiografia, così da saper come agire e definire il costo.

 

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Perimplantite con impianti osteointegrati e sottoperiostei

Prima di tutto, cos’è la perimplantite? Essa è un’infezione prevalentemente di origine batterica che colpisce prima le gengive dando origine alla mucosite perimplantare.
Se non viene vista e curata da un dentista la perimplantite può progredire e se possiedi un impianto dentale, può infettarlo. Inoltre, provoca il riassorbimento dell’osso, causando problemi come l’instabilità dell’impianto, che in seguito cadrà.  Andiamo a scoprire in seguito la perimplantite con impianti osteointegrati e sottoperiostei

Le cause

la perimplantite con impianti osteointegrati e sottoperiostei si sviluppa tramite i batteri che portano a un’infezione, vivono già all’interno del nostro cavo orale.
Essi però sono equilibrati. Esistono delle cause scatenanti che li fanno alterare e quindi provocano infezioni come la perimplantite.

I diversi fattori sono ad esempio una scarsa igiene orale, sbalzi degli ormoni, terapie, quindi diversi tipi di farmaci oppure patologie come il diabete. L’equilibrio quindi viene a mancare e la quantità di batteri patogeni aumenta formando la placca dentale.

Spieghiamo come procede questa infiammazione.

  1. Gli agenti patogeni all’interno della placca rilasciano degli acidi che infiammano le gengive, causando le infezioni.
    A questo punto gli impianti dentali non saranno ancora toccati è una cosa rimasta a livello gengivale.
    Questa situazione, in parodontologia, si definisce mucosite perimplantare, essa è curabile al 100%.
  2. Dal momento in cui non ci sarà nessun intervento da parte di nessun esperto, i batteri si spingono in profondità e la mucosite diventa perimplantite. Infiammando tessuti molli e osso. L’osso si riassorbirà piano piano causando un’instabilità dell’impianto dentale.

La perimplantite è solo uno dei problemi che potrebbe capitare con gli impianti dentali e può determinare il loro fallimento.

Importante è precisare che la perimplantite non si scatena solo per i batteri.

Esiste anche la perimplantite da trauma occlusale ovvero quando il lavoro che l’esperto ha fatto per eliminare il più possibile le tensioni meccaniche che si instaurano quando la protesi dentaria viene unita agli impianti dentali, non ha dato ottimi risultati.

Impianti sottoperiostei e perimplantite

Gli impianti sottoperiostei sono di sicuro differenti dagli impianti osteointegrati. In primo luogo perché gli impianti sottoperiostei o iuxtaossei non verranno direttamente inseriti nell’osso ma solo appoggiati ad esso.

Come avviene l’intervento?

In breve, per appoggiarli ad esso e fare questo tipo di intervento, ci sarà bisogno di creare un’ampia incisione a livello delle gengive. Una volta incisa la gengiva, si dovranno collocare gli impianti stessi, o per specificare, la loro base o griglia tra l’osso mascellare ed il periostio.

Cos’è il periostio?

Il periosteo è quella membrana di tessuto connettivo che riveste le ossa.

Che sintomi troverai prima della perimplantite con questo impianto?

I sintomi della perimplantite sono molto simili a quelli della gengivite. Il dolore è una componente non necessariamente presente ed assolutamente soggettiva.

Purtroppo con questo tipo di impianto c’è un maggiore aumento delle possibilità di sviluppare perimplantite. Essa colonizza tutta la griglia quindi con una diffusione molto rapida ed estesa.

Impianti osteointegrati e perimplantite

Gli impianti inseriti nelle ossa quindi osteointegrati sono inseriti quasi totalmente nell’osso e la loro parte emergente è minima.

Se la perimplantite si sviluppa con impianti sottoperiostei come spiegato in precedenza, i batteri possono superare il tessuto gengivale e attaccare tutta la base dell’impianto. Quindi, la parte che non è immersa all’interno del tessuto duro, i batteri si attaccheranno a tutto il metallo. Il risultato di tale attacco batterico è una perimplantite che coinvolge immediatamente tutta la superficie su cui poggia l’impianto sottoperiosteo.

Come funziona la perimplantite per i pazienti che si sono sottoposti a un intervento di impianto osteointegrato? Come già sappiamo prevede l’inserimento dell’impianto dentro l’osso in posizione verticale o perpendicolare al mascellare. La parte di osso coinvolta dall’infezione è circoscritta a quella in prossimità della vite di titanio.

Prevenzione

Prima di inserire gli impianti dentali

Bisogna prevenire la parodontite, ovvero quello che avviene prima della perimplantite. Insomma, quando il dentista procede con la valutazione, la possibilità di inserire gli impianti per risolvere il problema della mancanza di uno o più denti, dovrà tenere presente anche la tendenza del paziente ad essere soggetto a problemi gengivali.
In caso, la parodontite è già sviluppata, non si potrà procedere con l’impianto. Poiché il tasso di fallimento degli impianti dentali sarebbe molto alto.
Inoltre, è molto importante, invece, decontaminare la bocca dai batteri, perché si possono spostare da un dente a un impianto. Sviluppando quindi in seguito la perimplantite.

Dopo l’inserimento degli impianti

Per termine di prevenzione, è molto importante che dopo aver inserito un impianto, ci siano dei controlli trimestrali. Tenendo sotto controllo i tessuti in modo da permettere al dentista di intervenire in tempo in caso di nuovi focolai di infezione.

In conclusione, diciamo che la perimplantite è una di quelle patologie molto complicate da debellare completamente se non attraverso procedure di chirurgia orale. Importante ricordare quindi che la prevenzione è la prima linea di difesa che possiamo applicare. Perciò è molto importante praticare un’ottima igiene orale e prendere appuntamenti per la pulizia professionale della protesi e degli impianti.

 

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