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È possibile salvare un impianto dentale da una infezione?

A volte accade che qualsiasi tipologia di impianti dentali possono essere soggetti a infezione. Ciò causa al paziente una infiammazione dei tessuti molli e perdita ossea intorno all’impianto, portando a una patologia chiamata perimplantite. La perimplantite è un’infiammazione simile a una malattia gengivale e colpisce soprattutto i tessuti gengivali e l’osso di supporto che circonda l’impianto dentale. I sintomi di infezione per chi ha un impianto dentale sono principalmente gengive che sanguinano facilmente quando si spazzolano, dolore e gengive gonfie attorno all’impianto e maggiore profondità della tasca attorno a quest’ultimo. Il maggior problema di questa patologia però è che può deteriorare ulteriormente l’osso che circonda l’impianto dentale fino a causarne addirittura la perdita.

Come scoprire l’infezione a un impianto dentale

La prima cosa da fare quando si manifesta uno dei sintomi sopra citati è eseguire una radiografia dentale dell’impianto. Ciò permetterà al parodontologo di constatare se è in atto una perdita ossea o meno. Altra azione che eseguirà il medico è di controllare attentamente l’area intorno all’impianto, con l’intento di fare una diagnosi precoce su una eventuale infezione. Solo a questo punto il medico deciderà se salvare l’impianto o meno.

Purtroppo i sintomi di infezione non sempre sono evidenti. Può accadere infatti che non si senta dolore e, di conseguenza, i pazienti non sono consapevoli di quello che sta succedendo. Per questo motivo sono molto importanti visite di controllo periodiche. La perimplantite può essere causata da un errato posizionamento dell’impianto, scarsa igiene orale, scarsa qualità ossea, o altri fattori come diabete, fumo…

Come curare l’infezione di un impianto dentale

Una volta diagnosticata l’infezione dell’impianto dentale, il trattamento dipenderà dalla quantità di osso perso e dalle condizioni dell’impianto stesso. Successivamente sarà prioritario pulire l’impianto dentale infetto e rigenerare l’osso di supporto perduto. Alcune modalità di pulizia dell’impianto possono essere chirurgiche o non chirurgiche: tra queste possiamo citare il debridement locale, la decontaminazione dell’impianto, la terapia anti-infezione e in caso di perdita ossea avanzata la rimozione dell’impianto stesso.

Chiaramente il trattamento per la perimplantite dipende dalla tipologia di impianto usato, dal grado di infezione e perdita ossea: cambia da caso in caso.

Si può salvare un impianto da una infezione?

La risposta è dipende dalla tipologia di infezione. Se l’infezione e la perdita ossea sono nella fase iniziale potrebbe bastare una terapia antibiotica. In questi casi è bene sottolineare come più semplice è il trattamento e maggiori sono le possibilità di successo. Se la perdita ossea è moderatamente avanzata, potrebbe essere necessario pulire chirurgicamente i tessuti molli interessati, disinfettare la superficie dell’impianto e infine applicare tecniche di rigenerazione ossea per recuperare l’osso perduto. Se un impianto dentale si è già allentato a causa di una grave infezione, molto probabilmente dovrà essere tolto. In questo caso, una volta rimosso l’impianto, si proverà ad innestare nuovo osso. Il nuovo impianto verrà innestato solo quando si avrà la garanzia che l’infezione sia terminata.

Per chi ha un impianto dentale, è molto importante effettuare dei controlli periodici e una pulizia professionale.  Se sei preoccupato per le condizioni del tuo impianto dentale non esitare, contatta Cannizzo Studio.

Antibiotici e implantologia

Gli impianti dentali classici, zigomatici o iuxtaossei stanno diventando sempre più comuni. E questo comporterà quindi in seguito l’uso di antibiotici. Ma antibiotici e implantologia vanno bene? Qual è l’uso corretto? Scopriamolo.

Ricordiamo inoltre che questi impianti hanno una percentuale di successo del 98%. E essendo dei processi chirurgici, l’infezione è una preoccupazione fondamentale! Spingendo quindi i dottori a consigliare una procedura antibiotica post operatoria.

Ma purtroppo esistono persone che ne abusano. Portando a un totale di più di 10mila morti l’anno per abuso di antibiotici.

Perciò come puoi ben capire l’uso di questo farmaco deve essere utilizzato così come il tuo dentista ti consiglia e se possibile evitarlo!

Antibiotici e implantologia: i rischi e effetti collaterali

Cosa comporta un abuso di antibiotico?
Non svilupperà solo un problema di salute compromessa, ovvero problemi gastrici seguiti da nausea. Ma anche soldi spesi inutilmente.

Un altro effetto collaterale non da sottovalutare è la resistenza batterica. Cosa sarebbe?
Sono batteri che possono diventare resistenti all’uso di determinate categorie di antibiotici.

Potrebbero in fine svilupparsi delle allergie al farmaco. Anche quest’ultimo problema non deve essere sottovalutato.
Anzi in casi di questo tipo va assolutamente contattato lo studio odontoiatrico dove è stata svolta l’operazione di implantologia.

Ma quindi è sconsigliato l’uso di antibiotici?

La risposta è no. L’uso degli antibiotici deve essere moderato. Non è solo una questione di abuso del medicinale, ma anche se non viene usato potrebbero svilupparsi problematiche e situazione pericolose.

Ad esempio, lo sviluppo di batteri nel sangue, è sicuramente uno dei maggiori problemi. Questo perché come molti sanno, il sangue per norma dovrebbe essere sterile. Però in seguito a un intervento chirurgico implantologico, potrebbe essere soggetto a batteri con una conseguente infezione. L’uso dell’antibiotico è quindi fondamentale!

Molto importante da parte del medico, stare attento soprattutto se il paziente al quale bisogna fare l’intervento implantologico ha problemi a livello di sistema immunitario.
Stiamo parlando per esempio di persone diabetiche o immunodepressi.

Antibiotici e implantologia: cos’è conveniente fare?

La domanda che dobbiamo porci è se è necessario prendere una cura antibiotica prima e dopo l’intervento di implantologia?
Importante è seguire alcune linee guida per capire cosa è più idoneo fare.

  • Capire qual è il tipo di intervento da svolgere al paziente.
    Questo perché non tutti gli interventi sono invasivi allo stesso modo. Ad esempio se un paziente è edentulo, oltre all’impianto classico, zigomatico o iuxtaosseo, potrebbe essere necessario un innesto osseo. Altre volte sarà sufficiente l’inserimento dell’impianto.
  • Il secondo passaggio è capire la salute del paziente
    Se presenta delle ottime o buoni condizioni di salute oppure ha problemi a livello di sistema immunitario. Infatti è fondamentale far svolgere delle analisi per sicurezza.
  • Il terzo e ultimo passaggio è capire se il paziente ha allergie a qualche tipo di farmaco

In conclusione possiamo quindi affermare che trattandosi di un’operazione chirurgica a tutti gli effetti, è importante che il paziente abbia un ciclo antibiotico pre-operatorio.

L’ultimo passaggio di antibiotico che il paziente deve fare dopo aver innestato un impianto classico, zigomatico o iuxtaosseo è quello di avere un ultimo ciclo antibiotico al termine dell’intervento. In questo modo si eviteranno eventuali complicanze.

L’antibiotico verrà scelto dall’odontoiatra, solitamente viene prescritta l’amoxicillina.

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Fallimento di un impianto dentale: cosa fare?

Cannizzo studio ha già aiutato moltissimi pazienti in tutta Italia grazie ai propri impianti dentali tra cui quelli a griglia per chi non ha osso. L’implantologia ridà fiducia alle persone fornendo una soluzione efficace ai denti mancanti. Tuttavia, non tutti gli impianti sono uguali, con il risultato che in alcuni casi la procedura potrebbe fallire.

La percentuale è comunque molto bassa, ma qual’è la prassi nel caso di un fallimento di un impianto dentale? Quali sono le opzioni per riparare o ripristinare la condizione dei tuoi denti?

Quali sono le cause di fallimento degli impianti dentali?

Ci sono alcuni motivi per cui un impianto dentale potrebbe fallire, ma il motivo più comune è l'”osteointegrazione“. È un processo in cui l’impianto non riesce a legarsi correttamente con l’osso mascellare. Una buona indicazione che il tuo impianto potrebbe non funzionare è quando si verifica un’infiammazione sull’osso circostante dell’impianto. In questo caso, nulla è comunque perduto, ma si dovrebbe valutare un’altra tipologia di impianto, come ad esempio quelli a griglia. Di seguito vi illustriamo alcune procedure da attuare nel caso di fallimento di un impianto dentale.

Rottura dell’impianto

Se la causa del fallimento è la rottura dell’impianto ma l’osso mascellare non è danneggiato, non è necessaria alcuna operazione di rilievo. Assicurati di informare il tuo dentista il prima possibile per evitare ulteriori danni. Il tuo dentista può rimuovere immediatamente l’impianto danneggiato e posizionarne uno nuovo. Un nuovo impianto verrà sostituito dopo aver compreso chiaramente le cause del fallimento del primo impianto. Questo renderà il secondo impianto più durevole.

Problemi di osteointegrazione o infezione

L’osteointegrazione è un’altra causa comune di fallimento dell’impianto. Ci sono due modi in cui un dentista può risolvere questo problema dentale, ma tutto dipende dal fatto che l’osso infetto o la perdita ossea sia media o grave.

Perdita ossea media

Il dentista esaminerà la causa dell’infezione che provoca la perdita ossea. Dopodiché, rimuoverà l’impianto e lascerà guarire l’area interessata prima di sostituire l’impianto. Tuttavia, il processo di guarigione potrebbe richiedere alcuni mesi.

Grave perdita ossea

Per i casi più gravi, il dentista di solito deve eseguire una procedura di innesto osseo prima di sostituire l’impianto fallito. L’innesto osseo è un processo in cui viene inserito e generato un nuovo osso. Per fortuna oggi, ci sono processi meno lunghi e dolorosi, come l’implantologia zigomatica o quella a griglia.

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Atrofia ossea

Il corpo umano è fatto in modo tale che un organo o parte di esso che perde la sua funzione vitale comincia a deteriorarsi; lo stesso vale per la mandibola che ha un dente mancante, ma soprattutto diversi denti mancanti.

A lungo termine, l’osso mandibolare inizia a deteriorarsi nelle aree dove prima c’era un dente con una radice funzionante in quanto non c’è tensione masticatoria; poiché non c’è un dente o una radice, non c’è nemmeno pressione masticatoria per cui il corpo decide che questa parte dell’osso mascellare non è di alcuna utilità e il tessuto inizia a deteriorarsi.

Tale deterioramento, chiamato anche atrofia, è un problema di salute molto serio, che inizia con il cambiamento delle caratteristiche del viso (affondamento delle guance, formazione precoce delle rughe, affondamento delle labbra, ecc.) e si estende a un impatto maggiore sulla propria salute e disagio sociale (indigestione, pronuncia inarticolata, diminuzione della qualità della vita).

Principali cause dell’atrofia ossea

Il tessuto osseo inizia a deteriorarsi nelle aree dei denti mancanti poiché non è più necessaria la pressione masticatoria. Il deterioramento della mandibola si manifesta anche sotto i ponti dentali e le protesi rimovibili. L’atrofia del tessuto osseo potrebbe essere anche il risultato di un trauma dentale e mandibolare.

L’osso mascellare potrebbe decomporsi a causa di un’infezione secondaria che si è diffusa attraverso i canali radicolari a causa di denti affetti da carie.

Vale la pena ricordare che i denti che circondano l’area del dente perso iniziano a collassare in modo simile ai domino; poiché non hanno un supporto esterno e subiscono un aumento del carico masticatorio a causa del dente mancante, è solo questione di tempo quando inizi a perdere più denti. Il processo di deterioramento dell’osso mascellare e l’ulteriore perdita dei denti è irreversibile: solo il dentista è in grado di fermarlo.

Il paziente di solito non è consapevole che l’osso mascellare inizia a deteriorarsi nelle aree dei denti mancanti, tuttavia, è importante ricordare che il dente perso è un importante fattore di rischio nell’atrofia dell’osso mascellare. Quindi è molto importante farsi vedere dal dentista almeno una volta all’anno, solo per controllare come stai anche con un solo dente mancante. La tua condizione dentale può essere esaminata chiaramente con l’aiuto di una radiografia panoramica.

Atrofia ossea e implantologia dentale

Se la tua volontà è quella di mettere un impianto dentale, ti consigliamo in primis di ascoltare le indicazioni del tuo implantologo. Se c’è la minima possibilità di inserire un impianto dentale al posto di un dente appena rimosso, eseguendo ad esempio un impianto immediato, o riempirlo con un innesto osseo, il nostro consiglio è farlo per impedire una riduzione del volume osseo che porterebbe alla lunga a procedure chirurgiche complicate e costose che estenderebbero e renderebbero il processo di impianto molto più costoso.

Le ossa mascellari deteriorate possono essere recuperate con successo utilizzando tessuto osseo originale o artificiale (innesti). Tuttavia, oggi ci sono anche tecniche più avanzate per avere denti anche in casi di forte atrofia ossea, senza ricorrere a lunghi processi di innesto, come ad esempio gli impianti zigomatici o gli impianti a griglia.

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Gli effetti negativi del fumo sugli impianti dentali

Non c’è dubbio che il fumo sia dannoso per la salute globale e danneggi ogni organo del corpo, ma influisce anche sulle possibilità di successo di un intervento di implantologia dentale. In poche parole, il fumo ha effetti negativi sulla salute orale e influisce negativamente anche sull’esito delle procedure nella cavità orale, come il posizionamento di impianti dentali.

Fumo e impianti dentali

Di seguito citiamo solo alcuni dei problemi che possono insorgere:

  • Il tasso di fallimento dell’impianto per i fumatori è significativamente più alto di quello dei non fumatori: alcuni studi hanno dimostrato che è il doppio.
  • I fumatori che ricevono impianti sono molto più suscettibili alle infezioni batteriche.
  • Il fumo riduce le percentuali di successo degli innesti ossei, che a volte sono necessari affinché un paziente riceva impianti dentali.
  • L’incidenza di perimplantite dopo il posizionamento dell’impianto è molto più alta tra i fumatori.
  • La nicotina riduce il flusso sanguigno, il che può rendere più difficile la guarigione della bocca.

Il fumo in bocca danneggia le ghiandole salivari, aumenta il rischio di sviluppare malattie gengivali (che porta alla perdita dei denti) e aumenta la perdita di osso all’interno della mascella.

Sono un fumatore posso mettere un impianto dentale?

Certo che si, ma il team chirurgico valuterà attentamente la tua condizione per valutare la salute della tua bocca e determinare se sei idoneo agli impianti dentali.

Passaggi da effettuare se sei un fumatore per avere un impianto dentale

Se sei un candidato, ci sono una serie di passaggi che puoi intraprendere per aumentare le tue possibilità di successo degli impianti dentali:

  • Smetti di fumare prima dell’intervento. Evitare di fumare per due settimane prima del posizionamento dell’impianto per preparare il corpo all’anestesia e ridurre al minimo il rischio di complicanze. La nicotina aumenta la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna e rende più difficile per il cuore e i polmoni ottenere l’ossigeno di cui hanno bisogno. Per questi e altri motivi, è meglio evitare di fumare prima dell’intervento di implantologia dentale.
  • Evitare di fumare per almeno otto settimane dopo l’intervento. Una volta posizionato un impianto dentale, il suo successo dipende da quanto bene l’impianto si fonde con l’osso mascellare (chiamata osteointegrazione). Mentre la bocca sta guarendo, devi evitare di fumare o rischi di far sì che il perno in titanio (la “radice” dell’impianto) non si attacchi correttamente all’osso. Ciò vale comunque anche per gli impianti senza osso!
  • Mentre i non fumatori hanno un tasso di successo più elevato con gli impianti dentali, anche molti pazienti che fumano hanno ancora un grande successo. 

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Dentiera o impianto? Quale scegliere

Quando è necessario sostituire uno o più denti mancanti, sono disponibili diverse opzioni: due di queste sono la dentiera o un impianto. La scelta giusta dipende da diversi fattori, come il prezzo, le preferenze e la salute della mascella e dei denti rimanenti.

Protesi e impianti hanno ciascuno i propri vantaggi e svantaggi, quindi è importante analizzare le opzioni in dettaglio con il dentista. Vale anche la pena esplorare altre alternative a protesi e impianti, come ad esempio i ponti dentali.

Tuttavia, ci sono anche differenze significative tra le due soluzioni dentali. Ecco alcuni pro e contro che dovrebbero essere considerati prima di prendere una decisione.

Dentiere contro Impianti

Dentiere

Le dentiere sono protesi rimovibili che possono essere adattate alla bocca indipendentemente dalla quantità di osso presente.

Le dentiere possono essere set completi per sostituire tutti i denti sulla mascella superiore o inferiore o essere realizzate per sostituire alcuni denti mancanti (parziali). Sono realizzate prendendo prima un’impronta della gengiva superiore e/o inferiore.

Prima di realizzare la protesi, il dentista studierà anche il morso e l’allineamento della mascella superiore e inferiore per assicurarsi che la lunghezza della protesi consenta una masticazione ottimale. Una dentiera provvisoria sarà quindi realizzata e posizionata in bocca: verranno successivamente apportate tutte le modifiche necessarie all’allineamento o alla lunghezza dei denti prima che venga prodotta la dentiera definitiva.

Uno speciale adesivo le lega infine alle gengive.

Impianti

Gli impianti richiedono una quantità di osso sufficiente per posizionarne le viti sulle quali saranno poste le corone.

Un impianto dentale viene realizzato estraendo prima la radice danneggiata. Successivamente, viene praticato un foro nell’osso mascellare che ospiterà una radice protesica metallica, chiamata perno. La parte superiore sarà dotata di una corona, ma non finché l’osso non avrà iniziato a fondersi con la vite (osteointegrazione).

Possono volerci anche un paio di mesi prima che il perno sia pronto per ricevere un moncone, il pezzo su cui verrà montata la corona.  Questo passaggio non è da considerare invece per gli impianti a griglia, il cui successo non dipende dal processo di osteointegrazione.

Manutenzione delle dentiere e degli impianti

La cura degli impianti dentali è simile all’igiene standard dei denti naturali. Ciò significa lavarsi i denti almeno due volte al giorno con uno spazzolino a setole morbide, usare il filo interdentale e sottoporsi a controlli regolari.

Affinché le dentiere durino a lungo, è necessaria una maggiore manutenzione quotidiana. Inoltre non dovresti indossarle durante la notte, ad esempio. Dovrebbero essere invece immerse in acqua o in una soluzione detergente.

Per pulire le dentiere (cosa che dovrebbe essere fatta ogni giorno), rimuovile dopo aver mangiato e spazzolale. Potrebbe anche essere necessario togliere via eventuali frammenti di adesivo che rimangono sulle gengive.

Poiché il morso può cambiare nel tempo, la dentiera dovrà essere rifatta di tanto in tanto. Gli impianti dentali, invece, sono dispositivi permanenti che possono richiedere talvolta la sostituzione delle corone se le corone originali si incrinano o si rompono.

Costo delle dentiere rispetto agli impianti

Gli impianti dentali sono più costosi delle dentiere e di altri trattamenti, come ad esempio i ponti. Sebbene i prezzi varino in base alla posizione dello studio dentistico e ad altri fattori, un impianto è di gran lunga più costoso.

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Come avere un impianto dentale senza osso

Se stai considerando l’opzione di un nuovo sorriso grazie agli impianti dentali, gli innesti ossei possono essere presi in considerazione. Gli innesti ossei possono rendere la tua procedura più complicata e più costosa, ma possono anche farla durare più a lungo. A seconda della tua situazione, potresti considerare da tre a sei mesi in più prima di avere i tuoi impianti.

Ovviamente ciò può essere un problema.

Come sapere se si ha una malattia gengivale

Circa la metà di tutti gli adulti italiani ha un certo livello di malattie gengivali, ma ciò non rende impossibile l’innesto di un impianto dentale. Ciò che fa davvero la differenza è se si hanno avuto malattie gengivali che hanno rimosso una quantità significativa dell’osso di supporto dei denti. Ecco alcuni segni che fanno comprendere se si ha avuto quel tipo di malattia gengivale:

  • Il tuo dente si è allentato
  • Il dente sembrava allungarsi
  • Una parte del dente si mostra giallastra e ruvida

Quando si nota uno di questi segni, è probabile che la malattia gengivale abbia causato della perdita ossea, che a sua volta potrebbe significare che si ha bisogno di un innesto osseo per supportare il futuro impianto dentale.

Quanto tempo fa hai perso i denti?

Ci sono due potenziali risposte che potrebbero portare alla necessità di un innesto osseo.

Prima risposta, non li hai ancora persi. Se i tuoi impianti sono inseriti nello stesso momento in cui i tuoi denti vengono estratti, probabilmente si userà la tecnica dell’innesto alveolare perché l’impianto dentale è più piccolo della radice del tuo dente naturale: quindi avrà bisogno di più materiale intorno per supportarlo. Tuttavia, è improbabile che questo tipo di innesto aggiunga molto tempo alla procedura essendo più semplice.

La risposta che è davvero preoccupante è: “molto tempo fa“. Una volta persi i denti, il corpo inizia a rimuovere (“riassorbire”) l’osso che un tempo sosteneva i denti. Da sei mesi a un anno dopo aver perso uno o più denti, molto dell’osso è ormai perso, il che significa che è più probabile che tu abbia bisogno di un innesto forte e ricostruttivo.

A questo punto, cosa si deve fare?

Infine, dobbiamo considerare quanta forza dovrà affrontare il tuo impianto dentale. Naturalmente, dobbiamo tenere conto dei fattori del morso, ma più importante è il modo in cui la forza verrà ri-distribuita. Se stai pensando a un ponte dentale o a una dentiera completa, la forza è più distribuita, quindi gli impianti non hanno bisogno di tanto osso per assorbire la forza.

Possiamo anche essere un po’ esigenti su dove mettere gli impianti per supportare il ponte o la protesi, e questo ci permette di trovare i posti perfetti che hanno il miglior supporto osseo.

Per fortuna, oggi, ci sono diverse tecniche per avere un impianto anche senza osso. Oltre ai più conosciuti impianti zigomatici, è possibile avere denti fissi anche senza osso grazie agli impianti a griglia, come ad esempio quelli in Titanio di Studio Cannizzo.

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La tecnica e l’intervento degli impianti sottoperiostei

Qual è la tecnica e l’intervento adeguato per degli impianti sottoperiostei? Che cosa sono? Abbiamo preparato un articolo in proposito.

Cos’è l’impianto sottoperiosteo

L’impianto sottoperiosteo, o comunemente chiamato impianto a griglia, è un dispositivo usato per far riacquisire il sorriso ai pazienti.
Ha più scopi ben precisi, tra i quali poter tornare ad avere una corretta masticazione e occlusione. Inoltre, usato anche per uno scopo estetico. Può essere installato a quei pazienti che hanno perso parte dei denti o l’intera arcata.

Qual è la principale caratteristica di questo innovativo impianto?
Esso non andrà a forare l’osso ma si poggerà al di sopra, appena sotto il periostio. Ovvero quella membra di nessuno connettivo che riveste l’osso.

Chi è il paziente che può necessitare maggiormente dell’impianto subperiosteo?
In particolare stiamo parlando di tutte quelle persone che dopo aver fatto un’accurata visita dentistica, dalla diagnosi risulta una scarsa qualità e quantità di osso mascellare e mandibolare. In questo caso, non c’è abbastanza cresta ossea e quindi non si potrà procedere con un classico impianto dentale.

Perciò le alternative diventeranno:

  • la rigenerazione ossea, ma con tempi di guarigione particolarmente lunghi;
  • Gli impianti zigomatici;
  • Oppure gli impianti sottoperiostei.

La tecnica e l’intervento degli impianti sottoperiostei: la preparazione

  1. La visita con uno specialista
    La prima cosa che andrai a fare sarà una visita di controllo generica sui tuoi problemi dentali. Una volta che il dentista avrà il punto della situazione si potrà procedere con una TAC.
  1. La progettazione della griglia
    Una volta che si avranno in mano i risultati della visita radiologica, l’esperto potrà progettare la griglia secondo la struttura ossea delle ossa mandibolari e mascellari.
  1. Dal progetto alla realizzazione dell’impianto
    Un fornitore di impianti esperto in materia potrà dunque procedere con la realizzazione della griglia. Tramite i dati forniti dalla TAC potrà essere realizzata con una precisione millimetrica. Al termine, dopo circa 3 mesi, la protesi provvisoria verrà sostituita con la definitiva. Sarà più elaborata e ottimizzata.

La tecnica e l’intervento degli impianti sottoperiostei: la tecnica AMSJI

L’acronimo AMSJI sta per “Additively Manufactured Subperiosteal Jaw Implant”. Descrive appieno la personalizzazione della griglia in base alle esigenze del paziente.

L’impianto a griglia inoltre è considerato esattamente la soluzione alternativa dell’impianto zigomatico o degli innesti ossei.

Gli impianti sottoperiostei verranno creati con delle tecniche e dei materiali ben precisi e innovativi. Rappresenta un approccio totalmente alternativo. Inoltre è in grado di far evitare i problemi che invece potrebbero causarti le tecniche più invasive.

Dove verrà inserito l’impianto di preciso?
L’impianto si fissa ai pilastri medio-facciali e nell’osso zigomatico.
Si inserisce la protesi e dopo circa tre mesi e dopo potrà essere sostituita con quella definitiva e il paziente può riacquisire fin da subito il suo sorriso e la funzione masticatoria.

Il candidato perfetto

Per molti pazienti il metodo e la procedura più corretta da usare per la riabilitazione delle proprie ossa mandibolari e mascellari è l’implantologia endossea osteointegrata. Che risulta perfetta per tutti i casi in cui il paziente abbia una quantità e qualità dell’osso adatta.

Nei casi particolari in cui sia molto marcata latrofia ossea, o non si possa procedere ad interventi di rigenerazione con innesto osseo, è valutabile l‘implantologia sottoperiostea. Quindi per questo genere di pazienti con una particolare condizione ossea, ci sono tre alternative, come anticipato in precedenza.

La rigenerazione ossea, dove i tempi di guarigione risultano molto lunghi. Gli impianti zigomatici, o in fine appunto gli impianti sottoperiostei.

 

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Cosa causa la perdita dei denti

Cosa causa la perdita dei denti? sono 4 le principali problematiche, le vediamo nello specifico in seguito. L’edentulia, è la condizione che determina la mancanza di uno o più elementi dentari nell’arcata.
La perdita dei denti può significare solamente la perdita del sorriso oltre che della salute. Perché porta a gravi problematiche per quanto riguarda la masticazione. Le quali, a loro volta, possono portare a problemi a livello dell’apparato digerente.

Insomma, non va a toccare solo un fattore estetico, ma ci sarà un vero e proprio problema di salute collegato. Ecco per quale motivo i dentisti cercano sempre di offrire una soluzione, che possa essere un impianto dentale, zigomatico o iuxtaosseo, in base alle tue condizioni dentarie.

È molto importante riuscire a tornare a masticare! Non solo per un fattore di sorriso e autostima. Ma anche per evitare di provocare danni irreparabili al cavo orale e all’intero organismo.

Cosa causa la perdita dei denti: malattia gengivale

Partiamo da una delle malattie più diffuse che causa la perdita dei denti. Ovvero le malattie gengivali, conosciuta anche con il nome di malattia del parodonto (parodontite).

Questo tipo di malattia, va a verificarsi quando i batteri si depositano al di sotto del tessuto gengivale. La parodontite avviene nel momento in cui i batteri presenti all’interno della nostra cavità orale, si trasferiscono sotto il tessuto gengivale, causando quindi un’infezione.

Ma questa infezione quando potrà essere curata? Può essere guarita se presa in tempo, altrimenti inizierà a distruggere il tessuto gengivale e l’osso mascellare. Entrambi i quali aiutano a mantenere i denti in posizione. Senza questa struttura di supporto, i denti si allentano e alla fine cadono.

Cosa causa la perdita dei denti: cavità

Cosa sono le cavità?

Sono dei buchi che si creano nei nostri denti se è presente un’infezione batterica. In seguito questa diventerà carie.

Anche in questo caso, se la cavità non viene trattata subito, può distruggere la polpa al centro del dente. Questa situazione è molto probabile che si tradurrà in un canale radicolare o addirittura in una rimozione del dente.

Prevenire la carie è molto facile, basterà adottare buone abitudini di igiene orale e una dieta equilibrata composta da cibi salutari e bevande non zuccherate.
Un altro modo per prevenire il problema è facendo visite regolari dal dentista per una diagnosi precoce. Il trattamento precoce può salvare il tuo dente.

Cosa causa la perdita dei denti: Traumi o lesioni

Purtroppo anche se ti prendi cura dei tuoi denti potrebbero capitare lo stesso dei problemi che ne causeranno in seguito la perdita.

Ad esempio può essere causato da un trauma o da un incidente. Infatti, possiamo definire la perdita del dente un effetto collaterale molto comune per quanto riguarda gli incidenti nello sport o stradali, le cadute e molto altro.

Quindi in questo caso non possiamo fare moltissimo per evitarne la perdita. Però potremmo considerare delle misure di sicurezza. Per esempio, se sei una persona sportiva, potresti indossare il paradenti, questo aiuterà senz’altro!

L’ultima causa… la salute generale

Altre cause invece potrebbero non partire direttamente dalla nostra cavità orale ma da una particolare condizione di salute. Tuttavia, esiste una forte correlazione tra ciò che accade nel nostro corpo e ciò che accade nella nostra bocca.

Infatti, proprio per questo motivo, esistono dei problemi di salute che possono aumentare il rischio di perdita dei denti, alcune delle condizioni più significative sono:

  • La pressione sanguigna elevata;
  • Diabete
  • Il fumo
  • Una dieta sbagliata
  • Artrite

Ovviamente nessuno vuole perdere i denti e ci sono delle misure

  • Per prima cosa assicurati di lavarti i denti;
  • Usa il filo interdentale ogni giorno;
  • Evita il fumo e i prodotti a base di tabacco;
  • Consulta il dentista ogni 6 mesi.

I sintomi

I sintomi che possono causare la perdita dei denti sono diversi, qua elencati in seguito troviamo:

  • Problemi di alitosi
  • Recessione delle gengive
  • Mobilità dei denti
  • Le gengive che inizieranno a sanguinare

 La bellezza dei denti e il benessere delle gengive sono legate alla salute del cavo orale. Proprio per questo motivo l’alitosi persistente, il sanguinamento e la recessione gengivale possono essere un avvertimento che qualcosa non sta andando bene. Se i sintomi elencati si manifestano nello stesso tempo, è bene consultare il dentista per un controllo di prevenzione.

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Malattie infiammatorie dei seni mascellari

I seni mascellari sono delle piccole cavità che si possono trovare al di sopra dell’osso mascellare. Come ogni altra parte del nostro corpo, possono svilupparsi delle malattie infiammatorie anche ai seni mascellari.

Si tratta di fori, che insieme alle altre cavità localizzate nello scheletro facciale, formano i seni paranasali. Questi fori posti sopra la nostra mascella, possono essere sede di diverse situazioni.

Ad esempio le neoformazioni, che si possono trovare sia sotto forma di cisti oppure no. E possono essere di natura benigna oppure maligna. Potrebbero essere delle infezioni, che possono quindi richiedere una terapia chirurgica oppure medica in base alla situazione. Ma possono essere coinvolti anche da cisti, tumori e polipi. Scopriamo insieme tutte le malattie dei seni mascellari.

Malattie infiammatorie dei seni mascellari: sinusite odontogena

Partiamo spiegando cos’è la sinusite odontogena.

Si tratta di una sinusite diversa dalla classica… parliamo di una sinusite come patologia non a livello nasale ma a livello dentale.

È molto importante specificare per chi non lo sa, che diversi elementi dentali del mascellare superiore (di solito premolari e primi molari) hanno radici che si attaccano al seno mascellare.

La sinusite odontogena nasce dopo un’infezione del canale radicolare, ovvero quella cavità cilindrica che percorre la radice all’interno del dente. Oppure in seguito alla formazione di granulomi apicali.

Che sintomi ha quindi, rispetto a una sinusite classica?
La patologia della sinusite odontogena, ha questa particolarità, ovvero che non causerà mai febbre. Ma sarà sempre presente, addirittura possiamo definire in modo costante una secrezione monolaterale. Che causa cattivo odore e inoltre, si collegherà ai dolori del volto e ai problemi nasali.

Sinusite dentale e parodontale

Questa situazione della patologia è dovuta a una reazione. Ovvero la reazione periapicale facendo perdere la vitalità del dente. Questa situazione potrà essere associata a una reazione di elementi dentali adiacenti al seno mascellare.

In seguito rompendo l’osso periapicale e la comunicazione tra processo infettivo periapicale e seno mascellare. Però possiamo confermare che esistono determinati casi in cui il periostio potrà essere alzato per mettere un nuovo strato di osso. Quest’ultimo apparirà come sottile sporgenza nel pavimento del seno, processo che prende il nome di “effetto alone”.

Malattie infiammatorie dei seni mascellari: cisti

Ne esistono di due tipi, andiamo a vederle e approfondirle.

  1. In primo luogo troviamo le cisti esterne al seno mascellare, che però lo coinvolgono perché sono vicine. Tra il seno mascellare e la cisti esiste soltanto un bordo sottile ma rigido, che è in grado di dividerle. Inoltre, potrebbe addirittura trovarsi all’interno del seno, dando difficoltà nello sviluppo della diagnosi. In questo caso, bisognerà far attenzione che il seno mascellare abbia un andamento ondulato mentre la cisti un andamento regolare.
  2. Il secondo tipo di cisti, che potrebbe crearsi in relazione al seno mascellare, sono le cisti intrinseche ad esso. Questo genere, non è considerato un vero e proprio tipo di cisti, perché non possiede un rivestimento epidermico.

Questo tipo di cisti, si formano per:

  • La ritenzione mucosa;
  • Possono essere di origine infiammatoria, quindi crea un accumulo di liquidi.
  • Mucocele, che si crea grazie all’aumento di ristagno di liquido per ostruzione dell’ossuto mascellare.

Polipi e tumori

Sì purtroppo, anche se è più raro dei precedenti casi, possono formarsi dei polipi. Di solito nasce prima un’infezione cronica, in seguito tramite una radiografia si potrà osservare una forma circolare. Essa sarà proveniente dal tetto o dalle pareti del seno. E saranno i polipi.

In conclusione, è possibile che il seno mascellare abbia dei tumori. Possono essere di natura benigna o maligna. Inoltre, è importante capire qualsiasi tipo di modifica del seno mascellare. In questo modo sarà possibile diagnosticare e trattare questi processi patologici in fase precoce.

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