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È possibile salvare un impianto dentale da una infezione?

A volte accade che qualsiasi tipologia di impianti dentali possono essere soggetti a infezione. Ciò causa al paziente una infiammazione dei tessuti molli e perdita ossea intorno all’impianto, portando a una patologia chiamata perimplantite. La perimplantite è un’infiammazione simile a una malattia gengivale e colpisce soprattutto i tessuti gengivali e l’osso di supporto che circonda l’impianto dentale. I sintomi di infezione per chi ha un impianto dentale sono principalmente gengive che sanguinano facilmente quando si spazzolano, dolore e gengive gonfie attorno all’impianto e maggiore profondità della tasca attorno a quest’ultimo. Il maggior problema di questa patologia però è che può deteriorare ulteriormente l’osso che circonda l’impianto dentale fino a causarne addirittura la perdita.

Come scoprire l’infezione a un impianto dentale

La prima cosa da fare quando si manifesta uno dei sintomi sopra citati è eseguire una radiografia dentale dell’impianto. Ciò permetterà al parodontologo di constatare se è in atto una perdita ossea o meno. Altra azione che eseguirà il medico è di controllare attentamente l’area intorno all’impianto, con l’intento di fare una diagnosi precoce su una eventuale infezione. Solo a questo punto il medico deciderà se salvare l’impianto o meno.

Purtroppo i sintomi di infezione non sempre sono evidenti. Può accadere infatti che non si senta dolore e, di conseguenza, i pazienti non sono consapevoli di quello che sta succedendo. Per questo motivo sono molto importanti visite di controllo periodiche. La perimplantite può essere causata da un errato posizionamento dell’impianto, scarsa igiene orale, scarsa qualità ossea, o altri fattori come diabete, fumo…

Come curare l’infezione di un impianto dentale

Una volta diagnosticata l’infezione dell’impianto dentale, il trattamento dipenderà dalla quantità di osso perso e dalle condizioni dell’impianto stesso. Successivamente sarà prioritario pulire l’impianto dentale infetto e rigenerare l’osso di supporto perduto. Alcune modalità di pulizia dell’impianto possono essere chirurgiche o non chirurgiche: tra queste possiamo citare il debridement locale, la decontaminazione dell’impianto, la terapia anti-infezione e in caso di perdita ossea avanzata la rimozione dell’impianto stesso.

Chiaramente il trattamento per la perimplantite dipende dalla tipologia di impianto usato, dal grado di infezione e perdita ossea: cambia da caso in caso.

Si può salvare un impianto da una infezione?

La risposta è dipende dalla tipologia di infezione. Se l’infezione e la perdita ossea sono nella fase iniziale potrebbe bastare una terapia antibiotica. In questi casi è bene sottolineare come più semplice è il trattamento e maggiori sono le possibilità di successo. Se la perdita ossea è moderatamente avanzata, potrebbe essere necessario pulire chirurgicamente i tessuti molli interessati, disinfettare la superficie dell’impianto e infine applicare tecniche di rigenerazione ossea per recuperare l’osso perduto. Se un impianto dentale si è già allentato a causa di una grave infezione, molto probabilmente dovrà essere tolto. In questo caso, una volta rimosso l’impianto, si proverà ad innestare nuovo osso. Il nuovo impianto verrà innestato solo quando si avrà la garanzia che l’infezione sia terminata.

Per chi ha un impianto dentale, è molto importante effettuare dei controlli periodici e una pulizia professionale.  Se sei preoccupato per le condizioni del tuo impianto dentale non esitare, contatta Cannizzo Studio.

Antibiotici e implantologia

Gli impianti dentali classici, zigomatici o iuxtaossei stanno diventando sempre più comuni. E questo comporterà quindi in seguito l’uso di antibiotici. Ma antibiotici e implantologia vanno bene? Qual è l’uso corretto? Scopriamolo.

Ricordiamo inoltre che questi impianti hanno una percentuale di successo del 98%. E essendo dei processi chirurgici, l’infezione è una preoccupazione fondamentale! Spingendo quindi i dottori a consigliare una procedura antibiotica post operatoria.

Ma purtroppo esistono persone che ne abusano. Portando a un totale di più di 10mila morti l’anno per abuso di antibiotici.

Perciò come puoi ben capire l’uso di questo farmaco deve essere utilizzato così come il tuo dentista ti consiglia e se possibile evitarlo!

Antibiotici e implantologia: i rischi e effetti collaterali

Cosa comporta un abuso di antibiotico?
Non svilupperà solo un problema di salute compromessa, ovvero problemi gastrici seguiti da nausea. Ma anche soldi spesi inutilmente.

Un altro effetto collaterale non da sottovalutare è la resistenza batterica. Cosa sarebbe?
Sono batteri che possono diventare resistenti all’uso di determinate categorie di antibiotici.

Potrebbero in fine svilupparsi delle allergie al farmaco. Anche quest’ultimo problema non deve essere sottovalutato.
Anzi in casi di questo tipo va assolutamente contattato lo studio odontoiatrico dove è stata svolta l’operazione di implantologia.

Ma quindi è sconsigliato l’uso di antibiotici?

La risposta è no. L’uso degli antibiotici deve essere moderato. Non è solo una questione di abuso del medicinale, ma anche se non viene usato potrebbero svilupparsi problematiche e situazione pericolose.

Ad esempio, lo sviluppo di batteri nel sangue, è sicuramente uno dei maggiori problemi. Questo perché come molti sanno, il sangue per norma dovrebbe essere sterile. Però in seguito a un intervento chirurgico implantologico, potrebbe essere soggetto a batteri con una conseguente infezione. L’uso dell’antibiotico è quindi fondamentale!

Molto importante da parte del medico, stare attento soprattutto se il paziente al quale bisogna fare l’intervento implantologico ha problemi a livello di sistema immunitario.
Stiamo parlando per esempio di persone diabetiche o immunodepressi.

Antibiotici e implantologia: cos’è conveniente fare?

La domanda che dobbiamo porci è se è necessario prendere una cura antibiotica prima e dopo l’intervento di implantologia?
Importante è seguire alcune linee guida per capire cosa è più idoneo fare.

  • Capire qual è il tipo di intervento da svolgere al paziente.
    Questo perché non tutti gli interventi sono invasivi allo stesso modo. Ad esempio se un paziente è edentulo, oltre all’impianto classico, zigomatico o iuxtaosseo, potrebbe essere necessario un innesto osseo. Altre volte sarà sufficiente l’inserimento dell’impianto.
  • Il secondo passaggio è capire la salute del paziente
    Se presenta delle ottime o buoni condizioni di salute oppure ha problemi a livello di sistema immunitario. Infatti è fondamentale far svolgere delle analisi per sicurezza.
  • Il terzo e ultimo passaggio è capire se il paziente ha allergie a qualche tipo di farmaco

In conclusione possiamo quindi affermare che trattandosi di un’operazione chirurgica a tutti gli effetti, è importante che il paziente abbia un ciclo antibiotico pre-operatorio.

L’ultimo passaggio di antibiotico che il paziente deve fare dopo aver innestato un impianto classico, zigomatico o iuxtaosseo è quello di avere un ultimo ciclo antibiotico al termine dell’intervento. In questo modo si eviteranno eventuali complicanze.

L’antibiotico verrà scelto dall’odontoiatra, solitamente viene prescritta l’amoxicillina.

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