L’osteointegrazione può fallire?

L’osteointegrazione può fallire?

L’osteointegrazione può fallire davvero? Partiamo dal presupposto che l’osteointegrazione avviene praticamene sempre. Però col passare dei mesi o a volte degli anni potrebbe capitare che qualcosa non vada.

Se avviene un fallimento implantare precoce, dovuto alla mancata osteointegrazione, le cause principali potrebbero essere le seguenti:

  1. Materiali e tecniche sbagliate;
  2. Sigarette, antidepressivi e alcolici;
  3. Diabete;
  4. Obesità;
  5. Infezioni o igiene orale scarsa.

No, l’osteoporosi a differenza di quanto la maggior parte delle persone pensa, non centra niente con l’osteointegrazione!

La mancata osteointegrazione porterà al fallimento degli impianti dentali. Il tasso di fallimento degli impianti dentali è molto basso, si aggira intorno al 2%.

Cos’è l’osteointegrazione?

Il termine osteointegrazione fu coniato in passato, alla fine degli anni ’60, dal professor Branemark, colui che l’ha testata per primo. L’osteointegrazione è un processo naturale, dell’implantologia. Ovvero quella parte dell’odontoiatria che ha a che fare con l’inserimento degli impianti dentali.

Cosa sono gli impianti dentali?

Stiamo parlando di radici artificiali, costruite in titanio, che hanno il compito di fare da supporto per protesi fisse.

E per quanto riguarda l’osteointegrazione, di cosa parliamo?

Nello specifico, è quel processo in grado di fissare in modo definitivo l’impianto dentale all’interno dell’osso. Un processo più che fondamentale per la buona riuscita dell’impianto. In particolare per la permanenza degli impianti.

L’osteointegrazione può fallire? Ecco come…

Il materiale per la costruzione di un impianto dentale deve essere totalmente biocompatibile, il materiale che viene usato maggiormente è il titanio. Ovvero un metallo che è molto puro.
Il nostro fisico, proprio per questo motivo non riconosce il metallo come corpo estraneo e favorisce l’integrazione del metallo con l’osso.

Però nonostante sia un processo naturale che il nostro organismo svolge in completa tranquillità, non è comunque da considerare scontato! Si sente parlare (anche se raramente) di impianto dentale fallito, dovuto a un osteointegrazione non successa.

Potrebbe capitare per svariate situazioni, come la scarsa esperienza del dentista, la scarsa qualità del materiale oppure un luogo non sterile come dovrebbe.
Ma non solo, potrebbe essere causata da una scarsa preoccupazione da parte del paziente, quindi un eccessivo uso di fumo o mancanza di igiene.
E in fine, un altro fattore è la salute che non permette l’osteointegrazione come il diabete oppure obesità.

Cosa accade in questi particolari casi?

L’osso si infiammerà e di conseguenza l’impianto non riesce ad integrarsi. Solitamente, nel momento in cui un impianto fallisce, avviene il rigetto. Invece, parlare di rigetto in implantologia non è proprio corretto.

La spiegazione dei fattori di insuccesso

Se la colpa è del dentista…

In caso la colpa fosse del dentista, potrebbe dipendere da:

  • La qualità dei materiali che scarseggiano;
  • Il dentista non è esperto nel suo lavoro
  • un numero di impianti non sufficiente a garantire la durata nel tempo del trattamento;

Molto importante quindi per la tua salute, rivolgersi a un esperto.

Se la colpa è del paziente…

Fumo: Se sei un fumatore avrai più possibilità di sviluppare infezioni, che col passare del tempo porteranno all’instabilità dell’impianto.

Mancanza di igiene: un altro fattore da non sottovalutare è l’igiene della cavità orale. La cura della protesi, è fondamentale, esattamente come quella dei tuoi denti naturali. Se manca, insorgono problemi di batteri che a lungo andare causeranno perimplantiti o altri problemi che porteranno la perdita dell’osteointegrazione e dell’impianto.

Se è la salute che non lo permette…

Diabete: Accade quando la glicemia nel sangue ha un tasso elevato. Dando squilibri alle cellule e portando la distruzione dei tessuti che sostengono l’impianto.

Obesità: l’obesità è una patologia dell’organismo. E proprio per questo motivo ci sono delle ricerche che testimoniano la correlazione tra essa e la parodontite susseguita dalla perdita dell’impianto.

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